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A 30 anni dalla più B…ella – Giacinto Di Battista

Ore 17:37 di domenica 29 aprile 1990, stadio “Donato Vestuti”, Salerno. Si sta svolgendo il big match della 29/a giornata di Serie C1 girone B 1989/1990, Salernitana-Casertana. I granata, capolista a quota 41 punti, affrontano i falchetti, quarti a 36 (in mezzo vi sono il Taranto secondo a 39 e il Giarre terzo a 37).

Il derby è ancorato sul punteggio di 1-1. Al vantaggio della Salernitana con Di Bartolomei su rigore al 39′, aveva risposto l’ex mai tanto amato Campilongo al 47′. Alle ore 17:37, Giuseppe Donatelli, instacabile jolly di centrocampo, dalla fascia destra mette in mezzo un pallone tagliatissimo. Così tagliato che il portiere rossoblu Grudina respinge malamente. Il pallone, infatti, resta in area e sulla sfera si avventa Giacinto Di Battista, spintosi in proiezione offensiva. Il difensore granata la tocca quanto basta per buttare il pallone in rete e riportare in avanti la Salernitana.

Il derby sarebbe poi finito 2-2 perché la Casertana impattò nuovamente con Solfrini, ma quel gol di Giacinto Di Battista passò alla storia in quanto resta l’ultimo segnato dalla Salernitana al “Vestuti”, poiché le altre due sfide interne di quel campionato con Palermo e Taranto non vide la Bersagliera andare in rete.

E forse è stato giusto che l’ultimo marcatore granata nell’impianto di Piazza Casalbore fosse questo arcigno difensore abruzzese, nato l’ultimo dell’anno del 1959, a S. Eusanio di Sangro e approdato in granata nell’estate del 1988 dal Campania Puteolana, dopo aver vestito in precedenza le maglie di Lanciano, Francavilla e Turris.

Un acquisto “oscurato” da quelli più roboanti dei vari Cozzella, Campilongo, Sciannimanico, Crialesi e, ad ottobre, di Totò De Falco. Acquisti operati dal d.s Enrico Fedele, con squadra affidata a Claudio Tobia con un unico compito: vincere. Ebbene, quell’ipotetico “squadrone” per poco non portò la Salernitana in C2 e fu provvidenziale il cambio in panchina operato da Soglia, con Clagluna salvatore della patria in corso d’opera. Uno dei pochi a “salvarsi” fu però proprio Giacinto Di Battista, che divenne in breve tempo uno dei beniamini della Curva Nuova, dividendosi tra il ruolo di centrocampista e quello di terzino destro.

Lo stesso copione andò in scena nella stagione 1988/1989. Tre cambi di panchina (Soldo, Pasinato, Leonardi), qualche patema per ottenere la salvezza, ma Di Battista sempre più osannato dalla tifoseria per la sua grinta e il suo non tirare indietro la gamba. E per aver realizzato un gran gol nel 2-2 del “Vestuti” con la Casertana, un grande esterno destro al volo dal limite dell’area di rigore che non lasciò scampo al suo futuro compagno di squadra Massimo Battara. L’abruzzese in quel torneo segnò anche con il Francavilla e realizzò il gol della vittoria a Pesaro.

Nel campionato 1989/1990, gli inizi con il nuovo tecnico Ansaloni non furono dei migliori. Ma, con l’unica arma che Di Battista aveva a sua disposizione, vale a dire il duro lavoro sul campo, riuscì a conquistarsi la maglia da titolare come terzino destro. Di Battista mise a referto 31 presenze, delle 87 complessive in granata, in quella stagione di 30 anni fa. E, manco a dirlo, fu uno dei migliori come prestazioni complessive nella rosa a disposizione di Ansaloni.

Fu un peccato che la società decise di cederlo al Casarano, negandogli quell’esordio in Serie B che si sarebbe certamente meritato. Un calciatore, un atleta, un uomo, Giacinto Di Battista, che ha onorato la casacca granata e che resterà sempre nel cuore e nella memoria dei sostenitori della Bersagliera.

Fonte immagine: www.salernitanastory.it

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