“Questo di sette è il più gradito giorno, Pien di speme e di gioia: Diman tristezza e noia. Recheran l’ore, ed al travaglio usato Ciascuno in suo pensier farà ritorno“. Giacomo Leopardi, il Sabato del Villaggio, 1829.
Proprio in queste ore, 30 anni fa, domenica 3 giugno 1990, Salerno stava vivendo il suo Sabato del Villaggio, l’attesa della festa. Alle 16 era fissato allo stadio Vestuti il fischio d’inizio di Salernitana-Taranto, partita valida per la 34/a e ultima giornata del campionato di Serie C1 girone B 1989/1990. La gara che avrebbe potuto sancire il ritorno in cadetteria della Bersagliera dopo 23 lunghissimi anni di attesa. Occorrerebbe pareggiare con i già promossi pugliesi per dare il là alla festa.
Una festa che in città, in quelle prime ore di domenica 3 giugno 1990, parrebbe già essere cominciata. Il Vestuti, alla sua ultima recita, vedeva all’esterno della sua tribuna campeggiare un’enorme “B”. Nell’antistadio, in Piazza Casalbore, si odevano distintamente clacson suonati a festa; le bandiere “Grazie Salernitana B” a tre strisce granata-bianco-granata sventolavano in massa; Carmine Rinaldi, il Siberiano, organizzava alacremente il da farsi.
Alle 14, due ore prima dell’inizio del match, la festa si era trasferita all’interno del vecchio stadio, gremito in ogni ordine di posto. I tifosi del Centro di Coordinamento Salernitana Clubs, in barba a ogni scaramanzia, portavano in trionfo una B granata tutta realizzata con i fiori. No, non poteva sfuggire nuovamente la promozione.
Sette giorni prima, il 27 maggio, la rete di Capitan Agostino Di Bartolomei consentì alla Salernitana di espugnare Brindisi e di scacciare i fantasmi che erano apparsi sui granata il 20 maggio, con il Palermo che sbancò il Vestuti per 2-0 con la doppietta di Cangini.
La partita filò liscia come tutti si aspettavano. Salernitana e Taranto stipularono un tacito patto di non belligeranza e, al fischio finale dell’arbitro, un allora semisconosciuto Graziano Cesari, il punteggio era 0-0. La Salernitana aveva conquistato il punto che le mancava. E questo significava semplicemente: serie B.
La cadetteria era tornata sotto le pendici del Castello d’Arechi dopo l’impresa della Tom Rosati band nel 1966. E la festa, con “Vattene Amore” di Amedeo Minghi e Mietta come colonna sonora, imperversava per tutte le strade di Salerno.
A distanza di 30 anni, quella promozione è ancora ricordata con affetto dalla tifoseria granata. Eppure nel frattempo, ci sono state le due promozioni con Delio Rossi, c’è stata la Serie A, c’è stata la Salernitana di Di Napoli, c’è stata la cavalcata dalla D alla B in tre anni. Ma, in un’ipotetica classifica di gradimento, la promozione del 1990 resta in cima alla classifica.
Sarà perché era l’ultima stagione al Vestuti, sarà per la presenza di un presidente amato come Don Peppino Soglia, sarà per aver avuto l’onore di avere un fuoriclasse come Agostino Di Bartolomei come capitano. Insomma, sarà per diversi motivi. La promozione del 3 giugno 1990 resta ancora la più B…ella.
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