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A 30 anni dalla più B…ella – Carmine Della Pietra

Lo stopper con il vizio del gol. Se si pensa a Carmine Della Pietra e alla stagione 1989/1990, automaticamente il tifoso della Salernitana ricorda più le 6 fondamentali realizzazioni del difensore nolano in quel campionato che le comunque opportune e puntuali chiusure difensive.

Ma procediamo con ordine. Della Pietra approdò in granata nell’estate del 1988 acquistato dal Campobasso in un pacchetto che comprendeva anche l’ingaggio dalla società molisana del centravanti Marco Romiti.

Nel torneo 1988/1989, Della Pietra, come tutta la Salernitana, alternò alti e bassi. Anche se entrò nel cuore dei tifosi per il gol che consentì ai granata di battere la Cavese per 2-1 in un derby al “Vestuti” valido per la fase a gironi di Coppa Italia di Serie C (con l’indimenticabile Gigi Gigante in panchina nella fase d’interregno tra Soldo e Pasinato). Un gol realizzato sfruttando una palla vagante rimasta in area metelliana dopo una punizione di Di Bartolomei.

Ma fu nella mitica stagione 1989/1990 che Della Pietra divenne il re delle aree di rigore. Della propria in fase difensiva, di quella avversaria su punizioni e calci d’angolo. Ben 6 furono le sue marcature, un bottino ragguardevole per un difensore.

Il primo gol fu a Pozzuoli, nella vittoria per 2-1 della Salernitana contro il Campania Puteolana. E ancora una volta fu una punizione di Agostino Di Bartolomei a innescare il tutto. Violento tiro del Capitano, il portiere puteolano Anellino respinse male e Della Pietra fu lesto a ribadire in rete.

Il bis al Vestuti nella vittoria per 3-1 contro la Ternana degli ex (Tobia, Cozzella, Cocco, Renzi, Sciannimanico). Della Pietra segnò il gol del pari dopo il vantaggio umbro di Cozzella, volando di testa su punizione battuta da…inutile scriverlo, sempre Ago.

Il terzo gol arrivò a Siracusa, nella gara terminata 1-1. Della Pietra fu lesto a insaccare di rapina sul filo del fuorigioco dopo sponda di Donatelli.

Poi, due gol consecutivi al Vestuti. La rete del momentaneo 2-2 nel pirotecnico 6-4 contro il Campania Puteolana, un colpo di testa da pochi passi con il difensore nolano che, nella foga, andò a sbattere contro il palo della porta per fortuna senza subire danni. E il gol importantissimo che regalò alla Salernitana due punti preziosissimi contro una diretta concorrente, il Giarre. Della Pietra, spintosi in avanti, sfruttò un’indecisione del portiere siciliano Sansonetti e lo punì sempre con un colpo di testa.

Infine, l’ultima rete. Forse la più bella. Sicuramente, la più decisiva. 8 aprile 1990, Casarano-Salernitana. Al 65′, cross di Di Bartolomei, Della Pietra si gettò in tuffo e di testa trafisse il portiere pugliese Nunziata. Probabilmente, assieme al gol di Ago a Brindisi, la rete che valse la B.

Una Serie B che Della Pietra disputò con la Salernitana la stagione successiva. Fu uno dei migliori della rosa granata, anche se non concesse repliche in fase offensiva (l’assenza di Di Bartolomei, evidentemente, si fece sentire). Peccato che l’unica sua indecisione in quel torneo avvenne nel momento sbagliato, vale a dire nello spareggio salvezza di Pescara contro il Cosenza. Nei supplementari, su palla di Politano, lui e Ceramicola non si intesero. Marulla si infilò tra la coppia centrale granata e fulminò Battara.

Dopo la retrocessione, Della Pietra andò alla Ternana conquistando un’altra promozione in Serie B. Lasciò il calcio nella stagione successiva, conclusasi con un’altra retrocessione in C, questa volta meno amara della precedente poiché la Ternana in quel torneo non toccò palla (anche a causa di una difficile situazione societaria) e si classificò mestamente ultima.

Il suo ricordo resta ovviamente legato a quella promozione e a quelle 6 fantastiche reti. Parafrasando il suo cognome, si può dire a ragione che il nolano… sia stato una Pietra miliare per la vittoria di quel campionato.

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24 Maggio, l’iniziativa della Salernitana e il ricordo di 4 angeli

Da 21 anni a questa parte, il 24 maggio per i tifosi della Salernitana è un giorno dove due parole la fanno da padrone: tristezza e ricordo.

Tristezza perché quattro tifosi della Salernitana, Ciro, Enzo, Peppe e Simone (citati in rigoroso ordine alfabetico), il 24 maggio 1999 persero la vita a causa del rogo di quel maledetto treno tornando da Piacenza, “colpevoli” solo di aver voluto sostenere l’amore sportivo della propria vita nell’ultima decisiva battaglia (purtroppo non vinta) per la permanenza in Serie A.

Ricordo perché Ciro, Enzo, Peppe e Simone non sono mai stati dimenticati dalla tifoseria della Salernitana. Non sono mai stati dimenticati neppure per un istante. In 21 anni, numerose sono state le iniziative dei supporters granata in memoria dei quattro angeli granata, ultime delle quali (ultime in ordine cronologico) gli striscioni apparsi in città in questi giorni.

Quest’anno, vi sarà un’iniziativa in più, ideata dalla stessa Salernitana. Quest’oggi, alle ore 12, presso il Centro Sportivo Mary Rosy, si celebrerà la cerimonia di intitolazione dei tre campi sportivi e della sala stampa ai quattro angeli granata.

Una cerimonia ovviamente ristretta e senza la possibilità di apertura al pubblico, stante l’emergenza Coronavirus. Sarà presente l’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno S.E Andrea Bellandi. Un’iniziativa sicuramente da plaudire.

CIRO, ENZO, PEPPE, SIMONE. PER NON DIMENTICARE.

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A 30 anni dalla più B…ella – Giuseppe Di Sarno

Riuscire a risollevarsi dopo un periodo difficile e passare, nel giro di pochi mesi, dalle stalle alle stelle. Nel mondo del calcio, di storie di questo genere ve ne sono state tante. Calciatori che al primo anno in una squadra avevano fornito prestazioni al limite dell’imbarazzo, ma che ostinatamente sono voluti rimanere nella stessa compagine per ottenere il riscatto l’anno successivo. Un club di calciatori ai quali è giustamente iscritto anche Giuseppe Di Sarno.

Nato a Pomigliano D’Arco il 2 maggio 1964, Di Sarno venne acquistato dalla Salernitana nell’estate 1988 dal Barletta, dove aveva collezionato 14 presenze in Serie B nel torneo 1987/1988. In precedenza, tanta C2 con le maglie di Palmese, Ercolanese e Ospitaletto e piccole parentesi al Bologna in B e al Prato in C1.

L’allenatore Toni Pasinato prima e Leonardi poi (escludendo la brevissima parente di Soldo) lo preferiscono a Vincenzo Marino nel ruolo di terzino sinistro. In quella stagione, complessivamente negativa per la Salernitana con una salvezza conquistata solo alle ultime battute, alterna buone prestazioni a clamorosi scivoloni, che gli valgono il poco consono epiteto di “Disastro” Di Sarno.

Nonostante le contestazioni, il difensore di Pomigliano venne confermato per la stagione 1989-1990 dal d.s Manni e dal tecnico Ansaloni. Di Sarno ripaga la fiducia ricevuta, convincendo questa volta anche i più scettici e riscattandosi personalmente, tant’è vero che con 29 presenze è uno dei più positivi del gruppo che ottiene il ritorno in Serie B dopo 23 anni.

Una stagione del riscatto che gli vale la conferma nel campionato cadetto. Ansaloni lo sposta sulla destra, al posto di Di Battista mentre il suo posto sull’out mancino viene preso da Lombardo. Un torneo discreto a livello personale, meno a livello di squadra, considerata la retrocessione dopo lo spareggio con il Cosenza.

Una retrocessione che gli costa l’addio alla Salernitana. Di Sarno passa alla Reggina dove gioca le sue ultime 22 partite da professionista, prima di appendere le scarpette al chiodo. Un calciatore che, nella sua parentesi in granata, ha dato una lezione di vita a tutti: mai mollare.

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Salernitana, 100 anni fa la prima promozione (a tavolino)

Oggi è il 23 maggio 2020. Una data importante perché ricorre un anniversario da celebrare nella storia della Salernitana. Esattamente cento anni fa, infatti, la Bersagliera otteneva la prima promozione della sua storia.

Una promozione “particolare” poiché ottenuta…a tavolino. La Salernitana, infatti, disputò, nella sua prima stagione di vita, il campionato regionale di Promozione campano. I gran..ehm, i biancocelesti di Matteo Schiavone (con gli occhiali nella foto risalente ai primi anni ’20) dominarono il girone B mettendo alle proprie spalle lo Sporting Stabia, il Savoia e la Pro Italia.

Nel’altro raggruppamento, quello A, interamente dedicato a compagini napoletane, il Brasiliano precedette la Libertas, l’Audacia Napoli e la Juventus Italiae.

Come prevedeva il regolamento, la finale di andata e ritorno tra il Brasiliano e la Salernitana avrebbe decretato la squadra campana promossa in Prima Categoria. All’andata, il 18 aprile 1920, il Brasiliano si impose con un perentorio 5-0 e sembrava aver chiuso i giochi.

Sette giorni dopo, però, la Salernitana al “Piazza d’Armi” ribaltò tutto. I biancocelesti restituirono al Brasiliano le 5 reti grazie a una tripletta di Fariello e a una doppietta di Pagano.

Fu quindi decretato uno spareggio in gara secca e in campo neutro tra le due compagini, da disputare il 23 maggio 1920 a Nocera Inferiore.

Il Brasiliano, però, protestò contro tale decisione perché ritenne la sede di Nocera Inferiore troppo vicina a Salerno e quindi non degna di essere un campo neutro (incredibile, ma vero) e non si presentò. La Salernitana, quindi, ottenne senza giocare la promozione in Prima Categoria, la prima promozione della sua storia. Appena…cento anni fa.

Questa la rosa della Salernitana che si impose nel Campionato di Promozione 1920

Portiere: Naddeo
Difensori: Caiafa, Capone, Ciminari, Conforti, Grimaldi, Maggio, Sellitti, Toledo
Centrocampisti: Bellobuono, Bruno, Carratù, De Cesare, De Novellis, Jovene, Paladino
Attaccanti: Aliberti, Fariello, Mancini, Russo, Troisi

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A 30 anni dalla più B…ella – Giacinto Di Battista

Ore 17:37 di domenica 29 aprile 1990, stadio “Donato Vestuti”, Salerno. Si sta svolgendo il big match della 29/a giornata di Serie C1 girone B 1989/1990, Salernitana-Casertana. I granata, capolista a quota 41 punti, affrontano i falchetti, quarti a 36 (in mezzo vi sono il Taranto secondo a 39 e il Giarre terzo a 37).

Il derby è ancorato sul punteggio di 1-1. Al vantaggio della Salernitana con Di Bartolomei su rigore al 39′, aveva risposto l’ex mai tanto amato Campilongo al 47′. Alle ore 17:37, Giuseppe Donatelli, instacabile jolly di centrocampo, dalla fascia destra mette in mezzo un pallone tagliatissimo. Così tagliato che il portiere rossoblu Grudina respinge malamente. Il pallone, infatti, resta in area e sulla sfera si avventa Giacinto Di Battista, spintosi in proiezione offensiva. Il difensore granata la tocca quanto basta per buttare il pallone in rete e riportare in avanti la Salernitana.

Il derby sarebbe poi finito 2-2 perché la Casertana impattò nuovamente con Solfrini, ma quel gol di Giacinto Di Battista passò alla storia in quanto resta l’ultimo segnato dalla Salernitana al “Vestuti”, poiché le altre due sfide interne di quel campionato con Palermo e Taranto non vide la Bersagliera andare in rete.

E forse è stato giusto che l’ultimo marcatore granata nell’impianto di Piazza Casalbore fosse questo arcigno difensore abruzzese, nato l’ultimo dell’anno del 1959, a S. Eusanio di Sangro e approdato in granata nell’estate del 1988 dal Campania Puteolana, dopo aver vestito in precedenza le maglie di Lanciano, Francavilla e Turris.

Un acquisto “oscurato” da quelli più roboanti dei vari Cozzella, Campilongo, Sciannimanico, Crialesi e, ad ottobre, di Totò De Falco. Acquisti operati dal d.s Enrico Fedele, con squadra affidata a Claudio Tobia con un unico compito: vincere. Ebbene, quell’ipotetico “squadrone” per poco non portò la Salernitana in C2 e fu provvidenziale il cambio in panchina operato da Soglia, con Clagluna salvatore della patria in corso d’opera. Uno dei pochi a “salvarsi” fu però proprio Giacinto Di Battista, che divenne in breve tempo uno dei beniamini della Curva Nuova, dividendosi tra il ruolo di centrocampista e quello di terzino destro.

Lo stesso copione andò in scena nella stagione 1988/1989. Tre cambi di panchina (Soldo, Pasinato, Leonardi), qualche patema per ottenere la salvezza, ma Di Battista sempre più osannato dalla tifoseria per la sua grinta e il suo non tirare indietro la gamba. E per aver realizzato un gran gol nel 2-2 del “Vestuti” con la Casertana, un grande esterno destro al volo dal limite dell’area di rigore che non lasciò scampo al suo futuro compagno di squadra Massimo Battara. L’abruzzese in quel torneo segnò anche con il Francavilla e realizzò il gol della vittoria a Pesaro.

Nel campionato 1989/1990, gli inizi con il nuovo tecnico Ansaloni non furono dei migliori. Ma, con l’unica arma che Di Battista aveva a sua disposizione, vale a dire il duro lavoro sul campo, riuscì a conquistarsi la maglia da titolare come terzino destro. Di Battista mise a referto 31 presenze, delle 87 complessive in granata, in quella stagione di 30 anni fa. E, manco a dirlo, fu uno dei migliori come prestazioni complessive nella rosa a disposizione di Ansaloni.

Fu un peccato che la società decise di cederlo al Casarano, negandogli quell’esordio in Serie B che si sarebbe certamente meritato. Un calciatore, un atleta, un uomo, Giacinto Di Battista, che ha onorato la casacca granata e che resterà sempre nel cuore e nella memoria dei sostenitori della Bersagliera.

Fonte immagine: www.salernitanastory.it

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A 30 anni dalla più B…ella – Massimo Battara

Tra pochi giorni ricorreranno i 30 anni dalla promozione probabilmente più amata dai tifosi della Salernitana, quella che nel 1990 sancì il ritorno della Bersagliera in Serie B dopo 23 anni di inferno della C. Era la Salernitana all’ultimo giro di valzer al Vestuti. Era la Salernitana del Presidente Soglia. Era la Salernitana del Mister Ansaloni. Era la Salernitana del Capitano Agostino Di Bartolomei. Era probabilmente un calcio migliore. Anzi, era sicuramente un calcio migliore.

Ma era la Salernitana anche degli altri calciatori componenti quella rosa del 1989/1990. Ripercorriamone la loro storia in granata. Cominciando dal portiere, Massimo Battara.

Ligure, figlio d’arte, (suo padre Pietro fu una bandiera della Sampdoria) negli anni Sessanta, Battara approdò a Salerno proprio nell’estate del 1989, proveniente dalla Casertana nell’affare che portò sotto la Reggia Marco Romiti.

Il portiere ligure fu uno degli artefici di quella magnifica stagione. Battara conferì sicurezza al reparto arretrato, mostrandosi per la maggior parte delle volte sempre sicuro tra i pali. Furono 31 le presenze in quella stagione (Nieri giocò le altre 3 gare) con appena 21 reti subite. Con un record di imbattibilità di 625 minuti.

Dal gol di Tomasino del Campania Puteolana nello spettacolare match del Vestuti vinto 6-4 dalla Salernitana all’autogol di (ebbene sì) di Di Bartolomei nella sfida contro il Catania che la Salernitana vinse 2-1, Battara chiuse la porta per 625 minuti. Contro Ischia, Giarre, Torres, Francavilla, Monopoli e Casarano, il numero uno della compagine di Ansaloni non fece passare neanche uno di spillo. Sei partite in cui la Salernitana collezionò 11 punti su 12 disponibili, una serie di risultati utili consecutivi che alla fine risultarono essere decisivi per la promozione in B.

Battara si distinse anche per un’altra caratteristica: quella di pararigori. Il portiere granata nell’anno della promozione ipnotizzò dal dischetto un certo Fabrizio Ravanelli, all’epoca attaccante della Casertana, e il compianto Gaetano Musella, in forza al Palermo. In B, l’anno successivo, negò la gioia dal dischetto al brasiliano Walter Casagrande in Salernitana-Ascoli.

Nel campionato cadetto, Battara fu uno dei protagonisti ma nulla poté fare nel drammatico spareggio salvezza del 26 giugno 1991 di Pescara contro il Cosenza per opporsi al gol di Marulla nei supplementari. La Salernitana retrocesse e Battara lasciò i granata, per approdare al Lecce. Poi SPAL e Sassuolo furono le altre sue due tappe da calciatore, prima di ritirarsi nel 1995 e dare il là a una splendida carriera da allenatore dei portieri.

Legatissimo a Roberto Mancini, ha seguito il tecnico di Jesi al Manchester City prima e allo Zenit San Pietroburgo poi. E adesso, con il “Mancio” CT della Nazionale, è l’attuale tecnico dei portieri dell’Italia

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Salernitana, accadde il 14 maggio

Se non ci fosse stata la maledetta emergenza coronavirus, oggi sarebbe stato il B-day. Questa sera, infatti, si sarebbero disputate tutte le partite della 38/a e ultima giornata di campionato. E l’Arechi sarebbe stato teatro del match tra la Salernitana e lo Spezia. Invece, tutto fermo. Approfittiamone, quindi, per aprire il libro della centenaria storia della Salernitana e ripercorrere tutte le partite giocate dalla Bersagliera in questo giorno.

Sono state nove le gare. Con un bilancio equilibrato: 4 vittorie, 1 pareggio e 4 sconfitte. Partiamo dall’unico pareggio, che è stato il primo precedente in assoluto della Salernitana in questa data. Il 14 maggio 1950, i granata allenati da Arnaldo Sentimenti (subentrato in corso a Pietro Piselli) impattarono 2-2 al Comunale di Salerno (sarebbe diventato Vestuti due anni dopo) con la Cremonese per la 36/a giornata di Serie B 1949/1950. Due volte in vantaggio i grigiorossi con Granata e Paulinich, due volte il pareggio della Salernitana prima con Donati e poi con un rigore di Manlio Scopigno.

La serie delle quattro vittorie ha inizio il 14 maggio 1972, quando la Salernitana di Giancarlo Vitali regolò il Cosenza per 2-0 grazie a una doppietta di Mauro Pantani. Sei anni dopo, il 14 maggio 1978, a cadere al Vestuti fu il Trapani. I granata allenati da don Mario Saracino si imposero sui siciliani per 2-1 con i gol di Sepe e D’Angelo (di Luzi il momentaneo pareggio trapanese), conquistando 2 punti fondamentali nella corsa alle posizioni che sarebbero valse l’accesso alla nuova Serie C1.

E poi, due blitz esterni. Il 14 maggio 1989, la Salernitana di Leonardi conquistò due pesantissimi punti in chiave salvezza espugnando il “Benelli” di Pesaro. La Vis passò in vantaggio con Brioschi, ma Zennaro pareggiò. E all’86’ fu Giacinto Di Battista a far esplodere i tifosi granata giunti numerosi nelle Marche. Il 14 maggio 1995, invece, la Delio Rossi band non ebbe problemi nel demolire il Como 4-1 al “Sinigaglia”. Doppietta di Tudisco e gol di Ricchetti e Pisano per i granata (di Ferrigno il punto della bandiera dei comaschi).

Ora, le sconfitte. Il primo ko targato 14 maggio è quello del 14 maggio 1961, quando la Salernitana di Silvio Di Gennaro uscì da Bisceglie sconfitta con un perentorio 5-2. Mattatore per i nerazzurri pugliesi, Renzulli, autore di una tripletta, corroborata dalle marcature di Oreste e Antonino. In gol per la Salernitana, Franchini su rigore e Santin. Il 14 maggio 1967, la sconfitta per 2-1 con la Reggiana fece parte della serie nera di 10 ko consecuitivi nelle ultime 10 giornate con cui la Salernitana allenata da Oscar Montez (subentrato in corsa a Tom Rosati) salutò mestamente la Serie B dopo un solo anno. Gli emiliani si imposero con i gol di Corradi e Corni che resero vano il momentaneo pareggio di Cominato.

Infine, gli ultimi due precedenti negativi. Il 14 maggio 2005, la corsa verso la salvezza della Salernitana di Gregucci si interruppe ad Arezzo. I toscani vinsero 1-0 (gol di Spinesi) una partita passata alla storia per essere finita nel ciclone “Calciopoli”. Il 14 maggio 2016, invece, il Cagliari già promosso non ebbe pietà della Salernitana quasi alla canna del gas. I sardi vinsero con un secco 3-0, con reti di Salamon, l’attuale granata Giannetti e Sau. Buon per la Salernitana che, quel pomeriggio, il ternano Valjent agganciò all’ultimo respiro il Lanciano, bloccando gli abruzzesi e tenendoli a tiro della Salernitana, che poi riuscì a salvarsi battendo proprio i rossoneri ai playout.

Fonte foto: www.salernitanastory.it

I precedenti della Salernitana in campionato il 14 maggio

14/05/1950 – Salernitana-Cremonese 2-2, 36/a giornata Serie B 1949/1950 – 23′ Granata (C), 37′ Donati (S), 81′ Paulinich (C), 86′ rig. Scopigno (S)
14/05/1961 – Bisceglie-Salernitana 5-2, 31/a giornata Serie C girone C 1960/1961 – 8′, 30′ Renzulli (B), 34′ rig. Franchini (S), 51′ Oreste (B), 55′ Santin (S), 61′ Antonino (B), 78′ Renzulli (B)
14/05/1967 – Salernitana-Reggiana 1-2, 33/a giornata Serie B 1966/1967 – 23′ Corradi (R), 46′ Cominato (S), 76′ Corni (R)
14/05/1972 – Salernitana-Cosenza 2-0, 33/a giornata Serie C girone C 1971/1972, 66′, 70′ Pantani
14/05/1978 – Salernitana-Trapani 2-1, 34/a giornata Serie C girone C 1977/1978, 36′ Sepe (S), 47′ Luzi (T), 59′ D’Angelo (S)
14/05/1989 – Vis Pesaro-Salernitana 1-2, 31/a giornata Serie C1 girone B 1988/1989, 5′ Brioschi (V), 39′ Zennaro (S), 86′ Di Battista (S)
14/05/1995 – Como-Salernitana 1-4, 34/a giornata Serie B 1994/1995, 18′ Tudisco (S), 53′ Ricchetti (S), 75′ Tudisco (S), 80′ Ferrigno (C), 86′ Pisano (S)
14/05/2005 – Arezzo-Salernitana 1-0, 38/a giornata Serie B 2004/2005, 10′ Spinesi
14/05/2016 – Cagliari-Salernitana 3-0, 41/a giornata Serie B 2015/2016, 57′ Salamon, 75′ Giannetti, 80′ Sau

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Quando i palloni li A…vevamo

SALERNITANA: Balli; Del Grosso, Tosto, Fusco (85′ Ferrara), Franceschini; Giacomo Tedesco, Breda, Giovanni Tedesco; Galeoto (68′ Fini), Artistico (76′ Ricchetti), Di Vaio. A disp.: Ivan, Kolousek, Rachini, Greco. All.: Rossi
VENEZIA: Gregori; Brioschi, Ballarin (61′ Marangon), Filippini, Pavan; Bresciani, Iachini, Miceli, Pedone; Schwoch, Cossato (80′ Ginestra). A disp.: Bandieri, Antonioli, Cento, Polesel, Zironelli. All.: Novellino

Arbitro: Sirotti di Forlì
Note – Ammoniti: Bresciani (V), Marangon (V)
Spettatori: 40.000

Alla fine di ogni articolo concernente una partita, un giornalista che è stato deputato dal proprio direttore a redigere la cronaca dell’incontro conclude 101 volte su 100 il proprio pezzo con il tabellino. In cento anni di storia (oramai, quasi 101), la Salernitana ha disputato moltissime partite e altrettanto moltissimi pezzi sono stati scritti. Tutti conclusi rigorosamente con i canonici tabellini.

La maggior parte di questi finiscono nel dimenticatoio. Altri invece vengono ricordati per sempre, perché vengono metaforicamente scritti in con l’inchiostro indelebile nei cervelli e nei cuori dei tifosi. Tra di questi, vi è senz’ombra di dubbio il tabellino che inaugura questo pezzo. Il tabellino di Salernitana-Venezia 0-0, 33/a giornata di Serie B 1997/1998, domenica 10 maggio 1998.

Sì, oggi sono trascorsi esattamente 22 anni dalla Partita che consentì alla Bersagliera di ritornare in Serie A mezzo secolo dopo la sua prima apparizione. Occorreva un punto alla Delio Rossi band per centrare la matematica certezza del salto di categoria con cinque turni di anticipo rispetto alla fine del campionato e questo punto venne conquistato, al termine di una sfida che non è certo passata alla storia se si vuole restringere l’attenzione a solo quello che si è ammirato in campo.

Il Presidente Aliberti ce la fece, quindi, al quarto tentativo a portare la Salernitana in Serie A, dopo averla sfiorata sia nel 1995 che nel 1996. Una squadra costruita con il solo tandem Presidente-allenatore, senza mediazione di alcun direttore sportivo (già, tale figura non è proprio indispensabile per vincere nel calcio) che demolì quel torneo di Serie B e che entrò di diritto nella leggenda dell’Unione Sportiva Salernitana.

Sì, anche se per qualcuno può sembrare strano, 22 anni fa i palloni c’erano, eccome se c’erano. La Salernitana di Aliberti e Rossi fece la stori..A. Come quella di Mattioli e Viani nel 1947. In attesa che qualcuno riesca a imitare questi magnifici tandem.

Fonte immagine: www.salernitanastory.it

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Salernitana, accadde il 9 maggio

Se non ci fosse stata l’emergenza coronavirus, la Salernitana oggi – a netto di anticipi e posticipi – sarebbe stata impegnata alla Dacia Arena di Udine contro il Pordenone per la penultima giornata di Serie B 2019/2020.

Purtroppo, tutto ciò non è stato possibile e allora, come accade, approfittiamo dell’occasione per aprire il libro della centenaria storia della Bersagliera per verificare cosa ha fatto la Salernitana il 9 maggio.

Sono ben 12 i precedenti dei granata in questa data, equamente distribuiti tra casa e trasferta. Con un bilancio non proprio positivo, dato che consta di 3 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte.

Partiamo dai successi. Per ordine di importanza, non si può non partire dalla vittoria per 1-0 sull’Avellino del 9 maggio 2009. Gol partita di Ganci su cross di Fatic. Fu la prima di tre vittorie consecutive che consentirono alla Salernitana di Brini di arpionare la salvezza.

Gli altri due successi risalgono al “Vestuti” e agli anni Settanta. Il 9 maggio 1971, la Salernitana di Rosati travolse il Cosenza con un secco 4-0 grazie a una doppietta di Rigotto inframezzata dai gol di Pantani e Bianchini. Il 9 maggio 1976, i granata di Bugatti ebbero la meglio 2-0 sul Barletta con un rigore di Vitulano e un gol di Capone.

Dei quattro pareggi, si ricorda con affetto l’1-1 nel derby con la Casertana del 9 maggio 2015. La Salernitana di Menichini festeggiava quel giorno la promozione in Serie B avvenuta due settimane prima contro il Barletta, con la Curva Sud Siberiano che celebrava l’evento con una splendida coreografia delle sue, la famosa B…ecause I’m happy. In ogni caso, c’era da vendicare la sconfitta dell’andata di Caserta, avvenuta su rigore al 95′. I granata passarono in vantaggio con Negro dal dischetto, i Falchetti impattarono col solito Mancosu ma non riuscirono a trovare il gol della vittoria, rimanendo così fuori dal discorso playoff.

Abbastanza anonimi gli altri tre segni “X”. Due 0-0, rispettivamente contro il Fanfulla a Lodi in Serie B il 9 maggio 1954 e contro il Giarre all’Arechi il 9 maggio 1993, e l’1-1 in casa contro l’AlbinoLeffe nel posticipo della 37/a giornata di Serie B 2004/2005. I granata di Gregucci persero un’occasione per poter centrare una vittoria importante in chiave salvezza, facendosi rimontare il vantaggio di Palladino da Joelson.

Delle cinque sconfitte, due sono avvenute nelle due uniche (si spera, finora) partecipazioni della Salernitana in Serie A. Il 9 maggio 1948, la Salernitana veniva travolta a Genova dalla Sampdoria con un perentorio 6-3. In gol per i blucerchiati Bassetto e Baldini (autori di una doppietta ciascuno) e poi Carissimi e Parodi, mentre per la Salernitana gol di Rossi, Merlin e Onorato.

Il 9 maggio 1999, la Salernitana lasciò per strada preziose speranze salvezza in quel di Cagliari. Il gol di Di Vaio illuse solo i granata di Oddo, raggiunti prima da Mboma e poi superati da una doppietta di Berretta.

Tutte in Serie C, le altre tre sconfitte. Il 9 maggio 1943, nella 5/a giornata del Girone Finale A di Serie C 1942/1943, i biancocelesti di Viani furono battuti dalla Biellese per 3-2. La doppietta di Rampini venne vanificata da quella del bianconero Dante e dal gol di Quario.

Il 9 maggio 1965, la Salernitana di Hiden cadde a Taranto 1-0 per effetto del gol di Mattioli mentre il 9 maggio 1982 i granata di Romano Mattè persero 2-1 a Giulianova. Giallorossi in vantaggio con un’autorete di Di Fruscia, pareggio della Bersagliera con Vulpiani, ma alla fine fu Nodale a scrivere la parola fine e a regalare la vittoria agli abruzzesi.

Tutti i precedenti della Salernitana in campionato il 9 maggio

09/05/1943 – Biellese-Salernitana 3-2, 5/a giornata Girone Finale A Serie C 1942/1943 – 24′ Quario (B), 26′ Rampini (S), 52′ Dante (B), 78′ Rampini (S), 84′ Dante (B)
09/05/1948 – Sampdoria-Salernitana 6-3, 33/a giornata Serie A 1947/1948 – 7′ Baldini (SAM), 17′ Bassetto (SAM), 25′ Rossi (SAL), 30′ Carissimi (SAM), 38′ Merlin (SAL), 57′ Baldini (SAM), 63′ Bassetto (SAM), 80′ Onorato (SAL), 90′ Parodi (SAM)
09/05/1954 – Fanfulla-Salernitana 0-0, 31/a giornata Serie B 1953/1954
09/05/1965 – Taranto-Salernitana 1-0, 33/a giornata Serie C girone C 1964/1965, 47′ Mattioli
09/05/1971 – Salernitana-Cosenza 4-0, 33/a giornata Serie C girone C 1970/1971, 32′ Rigotto, 34′ Pantani, 80′ Bianchini, 89′ Rigotto
09/05/1976 – Salernitana-Barletta 2-0, 34/a giornata Serie C girone C 1975/1976, 42′ rig. Vitulano, 83′ Capone
09/05/1982 – Giulianova-Salernitana 2-1, 31/a giornata Serie C1 girone B 1981/1982, 50′ aut. Di Fruscia (G), 61′ Vulpiani (S), 72′ Nodale (G)
09/05/1993 – Salernitana-Giarre 0-0, 31/a giornata Serie C1 girone B 1992/1993
09/05/1999 – Cagliari-Salernitana 3-1, 32/a giornata Serie A 1998/1999, 26′ Di Vaio (S), 39′ Mboma (C), 68′, 90′ Berretta (C)
09/05/2005 – Salernitana-AlbinoLeffe 1-1, 37/a giornata Serie B 2004/2005, 34′ Palladino (S), 44′ Joelson (A)
09/05/2009 – Salernitana-Avellino 1-0, 39/a giornata Serie B 2008/2009, 41′ Ganci
09/05/2015 – Salernitana-Casertana 1-1, 38/a giornata Lega Pro Unificata 2014/2015, 57′ rig. Negro (S), 81′ Mancosu (C)

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A 22 anni da quella prima settimana di Maggio…

Per un tifoso della Salernitana, la prima settimana del mese di Maggio ha sempre un sapore diverso dalle altre 51 settimane dell’anno.

Questo perché la mente corre inevitabilmente a quello che accadde 22 anni fa, nel 1998. A maggior ragione in questo 2020, quando vi è anche la coincidenza dei giorni. Il 3 Maggio è capitato di domenica proprio come domenica 3 Maggio 1998, quando la Salernitana di Delio Rossi impattò 1-1 a Genova contro il Genoa (reti di Di Vaio per la Bersagliera e di Kallon per il grifone).

Al fischio finale dell’arbitro di quella partita, il signor Bolognino della sezione di Milano, sia i tifosi presenti al “Ferraris” di Genova che quelli rimasti a Salerno, pregustavano quella che sarebbe stata l’atmosfera della domenica successiva, 10 maggio. Sarebbe bastato un pari all’Arechi contro il Venezia per celebrare la matematica promozione in Serie A e dare il là alla festa nell’impianto di via Allende, che si sarebbe presto trasferita lungo tutte le strade di Salerno.

Il 10 maggio 1998 avvenne quasi come pronosticato. I granata pareggiarono 0-0 col Venezia e tornarono in A dopo mezzo secolo d’assenza, l’Arechi gremito di gente diede il giusto tripudio ai propri beniamini, ma le strade di Salerno…rimasero in silenzio. Giustamente e doverosamente in silenzio.

Questo perché tra il 5 e il 6 maggio 1998, dopo giorni di eccezionali precipitazioni, movimenti franosi provenienti dal monte Pizzo d’Alvano, travolse gli abitati di Sarno (soprattutto le frazioni di Episcopio e di Casamanzi e l’ospedale di Villa Malta), Siano, Bracigliano, Quindici e San Felice a Cancello, provocando purtroppo 160 morti.

Un’autentica calamità naturale occorsa a una trentina di chilometri da Salerno. Non si poteva, quindi, festeggiare quando vicino casa era ancora evidente il lutto e il dolore. La tifoseria della Salernitana dimostrò in quell’occasione tutta la maturità che la contraddistingue. E ancora oggi i sostenitori granata sono legatissimi alle zone colpite, con diverse iniziative.

Anche perché non dimenticare è un dovere, impegnarsi perché non accada più è un obbligo. Sarà pure retorica, ma non c’è frase più veritiera.

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